PRESENTAZIONE

Dopo aver trascorso gran parte della vita a cercare le ragioni vere dell’esistere, dopo aver scritto migliaia di poesie dedicate all’amore, alle passioni, a tutto ciò che rende la vita vivibile, ho potuto concludere che il senso vero di tutto ciò che si è potuto capire, non ha lasciato segni apprezzabili nel mondo.
Le mie stesse poesie alle quali, in modo ironico, avevo affidato il mio sogno di immortalità, queste poesie, per la verità, non hanno lasciato grandi segni nella letteratura di questi anni.
La mia ricerca del senso della vita era stata affidata a loro e loro, magari non completamente ma in buona parte, mi hanno deluso.
Mi ritrovo, in questi anni, a questo punto avanzato della vita, a considerare che forse il senso vero della vita è nel “nonsenso”.
Ho inseguito il nonsenso in tanti eventi naturali, in tante storie, ovunque, studiando autori di riferimento a cui devo rendere omaggio per avere indagato molto prima di me e con innegabile maggiore autorevolezza il “senso del nonsenso”.
Parlo di James Joyce, di Jorge Luis Borges, di Fernando Pessoa, di Dino Buzzati, di Gianni Rodari, di Lewis Carrol, di Edward Lear. Parlo di un grande numero di Limerick poco noti, parlo di certe filastrocche di gente dello spettacolo come Nino Frassica, Walter Chiari, Alessandro Bergonzoni, Stefano Benni. Parlo perfino della “supercazzola” di Amici miei, del regista Monicelli.
Ci sguazzo un poco in questo guazzabuglio di estrosità, scarso come sono di umorismo, scrivo, cercando di non distrarmi, qualcosa di mio. Riassumo senza tante pretese il mio pensiero e in fondo il mio progetto poetico con le poche righe di seguito.

“L’esistere è tutto un nonsenso.
Nonsenso è la vita e il morire,
l’attesa del giorno a venire,
dell’altro che dopo verrà.
Nonsenso è patire per niente
magari pensando a un compenso.
Nonsenso è rispondere in breve
a chi ti domanda chi voti.
Nonsenso siam noi che scriviamo
sperando di avere un lettore.
Nonsenso è lo scrivere ancora,
nonsenso è l’amore.”

Sono troppi i nonsenso del mondo, impossibile perfino enumerarli. Impossibile riscrivere la vita intera per cercarli.
Mi affido alla mia limitata memoria per dire qualcosa di me stesso e dei miei ricordi. Di mille eventi diversi che hanno lasciato anche una sola traccia nella mia vita.
Comincerò con l’affidarmi a Jorge Luis Borges, che con l’Aleph, propone il primo e più affascinante “nonsenso” e gli farò, in qualche modo, il verso.

Autore

Collana

Mese Edizione

Gennaio

Anno Edizione

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