Prefazione

La poesia di Eros Pessina è un canto di partecipazione alla vita, nell’avvicendamento armonioso della gioia e della riflessione, del sogno e del ricordo, dell’estasi e della malinconia. Pessina porta nella sua creatività artistica sempre uno slancio vitale votato all’incontro fiducioso con la casualità del destino, quasi emulo della ce­lebre convinzione di Leibniz che noi “viviamo nel mi­gliore dei mondi possibili”. Forse, sempre da Leibniz, Eros Pessina ha derivato la versatilità di applicazione a tante discipline umane diverse. Infatti, egli è un manager industriale, ma è anche musicista e cantautore, scrittore di narrativa, di poesia e di saggistica, quest’ultima nel campo della politica e della psicologia. La sua curiosità per la conoscenza del mondo richiama alla mente la voracità intellettuale dei filosofi illuministi, che inventarono l’Encyclopédie con l’intento di dare una sistemata all’umano sapere, non solo enunciativa, ma anche interpretativa della fattura dell’universo. Senza più risalire ai secoli passati, va detto che la poesia di Eros Pessina si inserisce nella contemporaneità, ed è un canto lirico che racconta le emozioni, i sogni, le pulsioni e gli affetti del proprio io. Attraverso l’esplorazione dell’io-poeta, lo scrittore descrive le condizioni comuni dell’uomo contemporaneo: cioè, descrive la vita odierna di un cittadino di buona cultura che abita in un Paese progredito, come l’Italia. Il libro è tutt’altro che un’autobiografia impropria, in quanto gli elementi personalizzanti sono ridotti al minimo indispensabile. Il lettore non viene chiamato a testimoniare o a curiosare nella vita privata dell’autore, ma viene invece accompagnato nel condividere le emozioni, i sentimenti e i sogni che sono un patrimonio co­mune di cultura. In tale modo, il lettore scopre di avere in simbiosi con l’Autore le stesse vicende della mente e del cuore, e quell’io-poeta diventa allora un io-condiviso da tutti coloro che prendono in mano e che leggono il libro. Il Poeta diviene un “io generico”, simbolo rappresentativo del nostro tempo e della nostra cultura. Si ag­giunga che è negli intenti di Pessina travalicare la di­mensione temporale della contemporaneità, per giungere a esprimere l’emozione profonda provata da ogni es­sere umano nell’assistere allo spettacolo del creato, in mo­do autentico e primordiale, come è già successo e co­me ancora succederà in qualsiasi luogo e in qualsiasi mo­mento sul pianeta Terra. In questa aspirazione alla generalità e alla completezza dei casi possibili è insita l’aspirazione verso l’assoluto, e quindi è già tracciato un percorso di ascesa verso un concetto di unicità ovvero di armonia totale. La poesia di Eros Pessina è rappresentabile come se fosse una scala che ascende le condizioni ordinarie del quotidiano per salire alla ricerca dell’Orologiaio che fa funzionare il perfetto orologio del creato, in un’eternità senza tempo, cioè con un orologio senza lancette, come quelli dipinti dai surrealisti.
La specialità di questa Poesia, lo si è già detto, consiste nell’armonia con cui essa è costruita: c’è uno studio delle proporzioni e dei ritmi dei versi, in modo da raggiungere una musicalità interna che consentirebbe la cantabilità del testo. Molte composizioni appaiono volutamente canore e, quindi, sarebbero traducibili e musicabili in canzoni. Per quanto riguarda, invece, le tematiche più ricorrenti, al primo posto andrebbe considerato il gesto umano del “sorriso”, che è un autentico Leitmotiv nelle poesie che compongono questa silloge, come è scritto in Vivere, Sorrisi, Un sorriso, Nel vento della notte, Un sorriso e cento sguardi, Sorridere e, infine, anche con una titolazione in inglese, A smile to the new year. Il sorriso è l’espressione emotiva d’incanto e di gioia che appartiene solo all’uomo e a nessun altro essere vivente. Un cane o un gatto possono facilmente se­gnalare al prossimo la loro gioia, ma solo gli esseri umani sono capaci di sorridere, cioè di trasmettere una condivisione profonda, ma al contempo anche lieve e rivolta all’indirizzo del prossimo e in generale verso la creazione. Molto vicina al sorriso è la tematica dell’inno alla gioia, che ritroviamo bene sviluppata principalmente nelle poesie Viaggiando e Viva la vita. Seguendo la scala delle emozioni, dall’inno alla vita si può salire alla tematica dell’amore, che il poeta sviluppa nelle poesie Notte d’estate, Ti scriverò, Scrivimi, Per te, Occhi nell’eternità. L’amore è la principale delle corrispondenze e dei legami possibili fra esseri umani, e alla base della capacità di collegamento, congiunzione e trasmissione delle emozioni c’è la scrittura, che è senz’altro una delle tematiche più importanti e sviluppate nella poetica del Nostro, come possiamo leggere nelle poesie Ti scriverò, nella già citata Scrivimi, Scomparire e in Forse un giorno, dove la scrittura è rappresentata come un sogno. Ma proprio il sogno diviene un altro superiore gradino della scala immaginaria di ascesa di Eros Pessina, che indulge al sogno non solo durante il sonno, ma ancora più sovente a occhi aperti, come fossero voli pindarici che lo conducono in una dimensione più libera e rivelatrice, come si legge in Mare e in Autunno. Ed ecco che proprio il mare diviene una categoria di superiore universalità nella poetica di Pessina, come se fosse uno speciale gradino panoramico collocato nella sua scala poetica, da dove si può volgere lo sguardo dal ponte, anche inondarsi l’animo di nostalgia e di melanconia, perché si può osservare dall’alto l’esistenza quotidiana e condurre la riflessione intorno a un concetto di sovra-esistenza che non è fisicamente sensibile, ma che è spiritualmente av­vertibile, come un’attesa forte e ineludibile dell’animo umano. Leggiamo le allegorie del mare nelle bellissime poesie Addio estate, Mare di Napoli, Nel mare di Procida, Mare, Isola 1 e i e Ciao Papà. Si arriva così ai più alti gradini della scalea immaginaria ricostruibile all’interno della poetica di Pessina con quell’atmosfera di enigma esistenziale e di levità dell’essere, che costituiscono la tematica più raffinata, ma anche la più autentica del discorso di Pessina, come è scritto in Nulla, nel già citato Vivere, Nel mondo, Sentiero di vita, Scale, nel già citato Viaggiando e, infine, in Emozione. Il discorso sfuma ovvero lievita in una parvenza di possibilità indeterminate eppure luminose che ricreano la sensazione di attesa e di rivelazione sull’imperscrutabilità velata del mistero, la cui più alta espressione è svolta in Il mistero e il divino.
Il libro contiene anche un’esplicita dichiarazione di poetica, sviluppata nella composizione intitolata non a caso Poesia, in cui l’Autore declina le forme, i modi e i contenuti che la Poesia contiene in sé stessa, e afferma a chiare lettere e in modo definitivo che La poesia è la nostra traccia, con l’intento di significare che è la madre di tutti i messaggi, i pensieri, i fatti, le opere che l’uomo compie: è il fiato profondo con cui l’umanità ha sempre respirato dalla notte dei tempi a venire fino ad oggi, e con il quale, vogliamo augurarcelo, continuerà a respirare nell’eternità senza tempo.

Sandro Gros-Pietro

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