Premio I Murazzi per l’inedito 2015
(Dignità di stampa)

Motivazione di Giuria

La Giuria del premio I MURAZZI attribuisce la dignità di stampa al libro di racconti Ci sarà una volta, che ritorce verso il futuro l’incipit canonico della fiaba, e che rappresenta un gioioso e garbato intervento di recupero e di restauro della memoria popolare dedicata al patrimonio anonimo e collettivo di fantasticherie e di micro epicità appartenenti sia al mondo contadino sia a quello urbano, specie di provincia, sia infine alla tradizione religiosa più schietta e sognatrice.

Introduzione dell’autore

Per molto tempo non mi sono preso in considerazione quale “narratore possibile”. Da sempre infatti scrivo poesie e pensavo che avrei continuato così, ad esprimere in versi le cose. Mi dicevo che anche i versi raccontano cose: ed è vero, benché debba convenire che si tratta di un modus narrandi assai esclusivo e speciale, perfino un po’ snob. Comunque, non so bene come né perché, col passare del tempo alcune pagine di prosa narrativa vera e propria hanno preso forma e sono venute accumulandosi, sui miei quaderni prima, sul mio computer poi. Forse perché ogni uomo è homo narrans, essendo la narrazione una delle fondamenta costitutive della natura, non solo della cultura, umana. Nel 2011 ho addirittura dato alle stampe un romanzo: Maria Tramaglino, piccolo esperimento di sequel manzoniano.
Ora che i versi mi escono più rari e con maggior fatica, mi sembrava giunto il momento di recuperare quelle pagine sfuggite alla dominante consuetudine poetica del mio passato. Perciò le ho riprese e riordinate, facendone un libro di “ricordi, fantasie e racconti” dal titolo Ci sarà una volta (che poi è il titolo dell’ultima sezione del libro, esteso – così mi piacque – alla silloge intera). Il ricordo ne è la chiave di lettura: ricordo personale, di famiglia, di scuola, di lavoro; ricordo di cronaca o di storia; ricordo culturale e letterario. Ma sono ricordi alterati e rielaborati dalla fantasia, la quale a volte prende totalmente il sopravvento e genera visioni di cui non sono radice le memorie, bensì altre componenti dell’anima, altri bisogni. La scrittura cerca di mantenersi ad un livello uniforme di dignitosa semplicità e chiarezza; ma anche fatalmente si adegua ai contenuti, trapassando dalla liricità al realismo o viceversa.

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