In un futuro prossimo, collocato agli inizi degli anni Sessanta del XXI secolo, in quello che sarà il più potente radiotelescopio della Terra, edificato un migliaio di chilometri a nord-ovest di Adelaide nel deserto dell’Australia sud occidentale, viene captato un segnale che, con sorpresa di tutto il mondo, viene decrittato come alieno, proveniente da Mimas, una delle lune di Saturno. È questo l’inizio di una fantastica avventura che durerà per circa due anni. Più esattamente, segnerà l’inizio di una nuova era per l’intera umanità. Infatti, si apre una porta spaziale che è collocata sul quinto pianeta della stella Fomalhaut (letteralmente, Bocca del Pesce): è la stella più luminosa della costellazione tolemaica denominata Pesce Australe. La stella dista venticinque anni luce dalla Terra, una distanza astronomica assolutamente irraggiungibile, eppure da tale profondità spaziale è partito un segnale che poi è stato replicato da Mimas. L’umanità terrestre ormai possiede la tecnologia per organizzare un salto nello spazio e raggiungere Mimas, prospiciente gli anelli principali del gigante Saturno. Si tratta di vedere chi, come, perché, quando ha replicato il messaggio alieno e lo ha indirizzato sul telescopio terrestre Swainsona, edificato nella regione di Adelaide.
Il romanzo rispetta scrupolosamente le nozioni scientifiche più avanzate dell’astrofisica e, di conseguenza, propone un’ambientazione e delle soluzioni pienamente calibrate a quelle che potrebbero essere le facoltà delle scienze e delle tecnologie di prevedibile sviluppo realizzabile nei prossimi quarant’anni. Tuttavia, su Mimas gli astronauti che provengono dalla Terra compiranno una scoperta destinata a procurare a tutta l’umanità un balzo nel futuro infinitamente superiore alla scoperta dell’America compiuta da Cristoforo Colombo. A quel punto, l’Autore cambia registro di narrazione e passa dal documento scientifico all’invenzione di fantascienza, ma il lettore stenta a rendersene conto, perché tutto sembra scontato, naturale e quasi ovvio. Alla fine della vicenda raccontata, resta un grosso interrogativo: chi sono gli alieni che abitano nello spazio infinito? Sono creature che nascono e che muoiono oppure sono esseri celesti, che sopravvivono per tempi indefiniti? Quante dimensioni possiede l’universo, oltre a quella che noi vediamo? Come si arriva alla materia e all’energia oscura? Come è possibile concepire trasferimenti spaziali nell’iperluce, cioè a una velocità superiore alla luce? Che cose accadde circa sette milioni di anni or sono, quando sulla Terra circolavano solo degli ominidi, con un DNA diverso dal nostro? Lo scrittore Kavanagh apre lo spiraglio di una porta su un mondo futuribile, nel quale si possono scorgere le vaghe ipotesi di una soluzione a tante inspiegabili domande. Il romanzo ingaggia la mente umana in un concorso di sapienze scientifiche, filosofiche e di credenze religiose.

Sandro Gros-Pietro

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