Il titolo, <i>Come in uno specchio</i>, e il sottotitolo, <i>Il paesaggio come stato d’animo</i>, preannunciano lo spirito della raccolta e il duplice interesse di Pierantonio Milone per le due arti della pittura e della poesia, che realizza sia nella creatività sia nella critica. Ma lo studio del pensiero filosofico e l’indagine sulla religiosità e soprattutto sul misticismo di santi e scrittori gli sono ugualmente congeniali come dimostra una sua precedente opera di saggistica, L’inquietudine della fede, non indulgente sul proprio percorso interiore.
Del resto in questo volume molte e pertinenti sono le citazioni, che dimostrano la vasta e varia cultura, come quella iniziale di Andrea Emu: “Non è vero che la poesia sia pura fantasia, pura immaginazione, che la filosofia sia puro pensiero. L’immaginazione senza pensiero è vuota, il pensiero senza immaginazione è muto”. E Milone, con moti di schietta immediatezza e di sommessa pensosità, esprime la sua opinione come chiave di lettura, per esempio in questo passo introduttivo: “Penso che certi dipinti debbano essere letti come poesie. Per dipingere, come per fare poesia, è necessario saper cogliere i colori e i profumi delle stagioni; mescolare i colori con il sole, con la nebbia e con il vento, perché la terra che tocchiamo riviva in noi al di là del tempo”. Inoltre, in una sorta di prosa poetica, premette un personale chiarimento o una frase o un verso di un autore celebre, che introducono l’argomento trattato. In realtà il tema fondamentale è quello della natura, vista nei suoi molteplici aspetti stagionali, giornalieri, meteorologici, ma sempre però collegata alla situazione psicologica del momento. Così è di alcune opere pittoriche correlate a liriche della stessa tematica, delle quali dice penna ben più valida della mia.

Liana De Luca, dalla prefazione

 

 

Scorrendo la raccolta di dipinti che Pierantonio Milone ha predisposto per la pubblicazione, subito ci si avvede come già i titoli delle opere siano poetici: <i>Verdi penombre</i> sta scritto a margine di un’opera nella quale un breve specchio d’acqua accoglie l’intensa luce del cielo, <i>Anche il fiume è solo</i> per una tela dominata da un immenso cielo temporalesco e dallo scorrere paziente dell’acqua priva di voci, mentre <i>Nella stretta del gelo</i> è il titolo di un dipinto ispirato all’inverno, allorché la superficie del torrente si muta in coltre di ghiaccio e gli alberi tendono i rami nudi nell’immensità dei grigi.

Gian Giorgio Massara, dalla prefazione

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