Premio I Murazzi per l’inedito 2018
(Dignità di stampa)

Motivazione di Giuria:

La bellezza del libro di poesia di Marcella Saggese, Dittamo: un fiore inatteso, si sprigiona dalla carica di eros che contiene, come messaggio di vitalità della carne e di gioia dello spirito che sopravanza i fascini delle forme oscure del piacere, quali il possesso della ricchezza, la gola o l’esercizio del potere. La Giuria ha apprezzato l’incanto di una poesia pronunciata liberamente nella spontaneità delle forme libere ed efficaci della comunicazione e ha attribuito la dignità di stampa. 

 

 

 

Prefazione

L’amour est un grand maître, il instruit tout d’un coup, scrive Pierre Corneille nel suo Il bugiardo, ove sostiene che l’amore insegna tutto d’un solo colpo. An­che Cesare Pavese, nel suo Il mestiere di vivere sostiene che l’amore è desiderio di conoscenza. Marcella Saggese, nel suo libro di poesia, Dittamo: un fiore inatteso, mette in pratica queste sentenze e scopre il suo punto fermo, come riferimento certo e come porto sicuro sul quale contare. Un noto cantante italiano, Franco Battiato, ha incantato i suoi fans cantando la formula “Cerco un centro di gravità permanente / che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose, sulla gente”. Marcella Saggese scrive in poesia la sua mirabile verità di vita, di saggezza, di conoscenza: “Ho un punto fermo / quando al mattino ti sfioro / un punto di riferimento / una cosa naturale / fa male stare senza / nell’assenza deteriora la natura / gli altri punti sono lontani / la luna, le stelle, le belle amicizie, / i figli, i bambini, la terra che gira / ma senza misura / mi lascio ammaliare / da un punto vicino / che non mi lascia annoiare”. Ecco scoperto il potere del punto fermo: deve sapere “ammaliare”, cioè legare a sé con incantesimi. Gli incanti, dunque, rappresentano la gioia della vita. Essi sono la forza della conoscenza che rende possibile superare la tristezza, il dolore, la solitudine, la fatica con cui sempre la vita ci mette alla prova.
Con molta semplicità e con piena persuasione, la poetessa potrà allora scrivere “Sai cosa mi piace? / quando mi entra / nelle orecchie / il vento del tuo respiro”. Per stare dentro il mito, quel “vento del tuo respiro” diviene il canto di Orfeo che sveglia la natura e che riporta Euridice alla vita, sia pure per il breve attimo per il quale la poesia può vincere ogni ostacolo, anche quello della morte. Saggese entra nel mito di Orfeo e diviene Euridice svegliata dal canto del poeta, che sa­rebbe il canto dell’amore. Ne deriva che la poetessa rovescia il famosissimo assunto di Arthur Rimbaud “Je est un autre”, ripreso anche da Lacan per presentarci le profondità dell’inconscio. “Io è un altro” diviene, estro­flesso come un guanto, “Tu sei altro”, sei il re dei venti, l’incantesimo che porta la gioia di vivere. La pienezza dell’amore tutto può fare. Metastasio, nel suo L’asilo d’amore, arriva a dirci che Amore può addirittura fare impallidire il padre degli dèi dell’Olimpo: “Giove dal cielo intese / Ch’era già nato Amore / Per tema al gran Motore / La guancia impallidì”. L’amore deve essere riscoperto anche nelle piccole cose, perché la difesa della gioia di vivere deve essere un impegno vissuto nella quotidianità, come bene sottolinea la poetessa con i versi “ma la vita fatta di piccole cose / non aspetta / ti chiede / di tagliare il basilico e / condire qualcosa di buono”.
Nell’incanto dell’isola greca di Karpathos, situata nel Dodecanneso, la poetessa ritrova il mito del fiore di dìttamo, che le capre mangiavano per espellere le frecce dei cacciatori dalla loro carne: l’unguento sacro a Venere, servì per sanare le ferite di Enea e oggi per difendere l’epidermide della poetessa dai raggi ustionanti del sole d’estate del Mare Egeo. Così, forse, la poesia, oltre a cantare il potere degli incantesimi, attraverso l’eros, può anche difendere dagli eccessivi dardi dell’amore che possono trafiggere le carni con ferite dolorose. È questo il ringraziamento finale che la poetessa dedica alla sua Cara poesia, che nel segno dell’amore le è stata compagna nel viaggio di conoscenza della vita e del mondo.

Sandro Gros-Pietro

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