I Murazzi per l’inedito 2020
(Dignità di Stampa Narrativa)

 

Motivazione di Giuria:

La scrittrice Céline Menghi realizza l’assoluto superamento del romanzo tradizionale con l’abolizione totale della trama, la disarticolazione logica del linguaggio, e l’introduzione dello sviluppo analogico dell’esposizione. La forma scritta non rispetta più la morfologia deputata delle parole, ma diviene espressione fonica dei messaggi, per cui lo scritto si trasforma in un percorso accidentato della grammatica, tuttavia si presenta come messaggio piano e pluriespressivo di significati fonici, che ammettono anche giochi di parole, calembour e sciarade enigmistiche. L’obbiettivo della scrittrice è quello di dare conto dei processi psicanalitici di elaborazione del cervello congiuntamente alle attività dei sensi e alla mobilità del corpo.
La Giuria de I Murazzi della Sezione Narrativa Inedita attribuisce all’unanimità la Dignità di stampa al libro (H)a letto della scrittrice Céline Menghi.

 

 

Un personaggio femminile racconta la vicenda, in chiave di falsetto autobiografico, incentrata sull’incontro con un’extracomunitaria dell’estremo Oriente, con ogni probabilità cinese, e che porta il nome di una nota eroina dei fumetti, Zhu-Li. Il dialogo serrato che volta a volta si sviluppa sulla pagina e che è riconducibile sia al chiacchiericcio tra amiche sia ai rapporti di coniugio con un uomo, in realtà viene inserito nel più ampio dialogo interiore mantenuto sempre vivo dalla protagonista, come pista psicanalitica di analisi e di indagine psicologica dei percorsi della mente, con sviluppata attenzione agli stimoli di sensualità e di erotismo che coinvolgono le attività cerebrali in un continuo rapporto di corrispondenze con le sensazione fisiche. La vicenda sfuma in una testimonianza frantumata di fatti apparentemente scollegati fra loro, ma in realtà omogeneamente coesi in un processo analogico di collegamento e di elaborazione degli stimoli cerebrali. Si assiste così a un movimento di avvicinamento e di immersione nella quotidianità ordinaria delle cose attraverso l’uso di una sorprendente profondità di campo del pensiero, che spazia con rapidità da una situazione all’altra, da un luogo all’altro, da una disciplina umanistica a un’arte figurativa, dalla contemporaneità all’antichità. La protagonista introduce anche una predisposizione ludica a servirsi delle forme del linguaggio come occasione giocosa di illustrazione della nostra forma mentis.

Sandro Gros-Pietro

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