PRESENTAZIONE

Alessandra Damiani ha il grande merito di riportare l’attenzione, di chi studia per fede o per cultura il significato del Cristianesimo, a un’attenta lettura della Bibbia, con particolare rilevanza al Vangelo e all’opera di apostolato svolta da Paolo con i suoi fondamentali scritti. A tale nucleo primigenio si aggiungono in successiva sedimentazione gli scritti elaborati dai padri della Chiesa e le interpretazioni fornite dai pontefici nel corso bimillenario della storia della religione cristiana. Per quanto attiene la voce espressa dai pontifici, si noterà che l’Autrice privilegia citare quelli più recenti, che hanno condotto la Chiesa attraverso il XX e XXI secolo, tendenzialmente da dopo il Concilio Vaticano II. L’effetto che ne sortisce è quello di volutamente offrire al lettore una visione bipolare della Chiesa: la prima come documentazione commentata del valore primigenio rivelativo ed eterno della Buona Novella; la seconda come illustrazione del recente cammino storico-religioso compiuto dalla Chiesa nei tempi dell’attualità. Non si tratta di una diplopia come distorsione dalla visione corretta, ma di una necessità imprescindibile per comprendere l’immenso patrimonio religioso, filosofico e storico che la Chiesa rappresenta nel cammino dell’intera umanità: il cammino già compiuto e quello futuribile. Idealmente, occorre fare riferimento a una Chiesa Celeste, che è la sede dell’Alto, cioè è l’espressione di Dio; e una Chiesa pellegrina, che è la sede del basso, cioè è l’espressione dell’uomo. In verità, come l’Autrice chiarisce, non si tratta affatto di due entità distinte, ma di una sola e unica espressione della volontà di Dio, che assume la forma dell’Uomo Perfetto in Cristo, seduto alla destra di Dio, e che assume la forma del milite religioso battezzato che combatte la “giusta battaglia” per consustanziarsi nell’Uomo Perfetto. La distinzione tra Alto e basso è in verità risalente a epoca medievistica, e ha fortuna non solo in campo religioso, ma anche letterario, presso il principe degli autori religiosi, Dante, che distingue fondatamente lo stile Alto del paradiso da quello basso dell’inferno.
Il grande giorno della festa è rappresentato dal trionfo finale ed eterno della Chiesa Celeste: si raccoglie la messe del prodigioso cammino compiuto dalla Chiesa pellegrina nei secoli e l’intera umanità diviene Uomo Perfetto in Cristo. Il giorno della festa è, in verità, un’espressione simbolica polivalente, che in campo cristiano tende a essere individuata comunemente con il giorno della nascita di Cristo, il 25 Dicembre. In epoca pagana, in quello stesso giorno si celebrava la Festa del Sole nascente, che coincideva con l’inizio dell’inverno. Nell’ambito del popolo ebreo, in epoca più o meno coincidente, si celebrava la Festa del raccolto e delle tende, che coincideva con la fine della vendemmia e delle messi raccolte dai campi. La simbologia religiosa adottata universalmente non può non avere dei valori antropomorfi e storici, in modo da rendersi comprensibile come messaggio agli uomini in cammino nel secolo in cui si appalesa. Cristo è apparso a un popolo per metà pastore e per metà contadino: le sue parabole non potevano che esprimersi con simbologie comprensibili ai pastori e ai contadini. Il valore simbolico si rinnoverà in continuazione nelle forme esteriori dell’espressione, pur mantenendo inalterato il significato contenutistico del messaggio.
Il grande giorno della festa è un libro che si pone come obiettivo una riflessione sulla fede del cristiano riguardante la meta e lo scopo che il credente deve darsi nella vita terrena. Sono una meta e uno scopo di contenuto essenzialmente di fede: è il protendere verso l’altrove; è il riconoscimento del regno di Dio, cui egli potrà accedere mediante l’agape, cioè la realizzazione dell’amore verso il Signore, il prossimo e la carità. Gli insegnamenti gli derivano da Cristo e il consiglio, l’aiuto e la guida gli derivano dal presbiterio che viene svolto dalla Chiesa.
Ciò che rappresenta il contributo innovativo elaborato da Alessandra Damiani, al dialogo storico che la Chiesa pellegrina sta sviluppando nella contemporaneità, consiste nella convinzione, asserita con il conforto di un’ossequiosa e corretta lettura della Bibbia e della patristica, che la donna non potrà più essere esclusa dal presbiterio. In altre parole, se non si ammetterà anche la donna a svolgere il presbiterio, la Chiesa non potrà progredire nel suo cammino storico di realizzazione del Cristianesimo, proprio perché la Chiesa è Donna e Dio è Padre e Madre, come sostenuto da Papa Francesco. Non vi è assolutamente nulla di scandaloso o di riprovevole e neppure di eretico nell’affermazione di Alessandra Damiani, stante il fatto che il nostro Pontefice Cattolico Francesco è abituato a conversare in pace e in armonia con sacerdotesse anglicane donne, che svolgono la funzione sacerdotale in totale parità con i sacerdoti uomini. Anzi, recentemente è stata nominata una donna come vescovo anglicano, cioè come superiore ai sacerdoti uomini che ella dovrà guidare nel nome di Cristo, nello svolgimento della loro missione pastorale.
Il libro merita un’attenta lettura, altamente rigenerativa dei valori profondi del messaggio cristiano. Ancora di più, il libro di Alessandra Damiani merita una pacifica accoglienza e discussione nel consesso della famiglia cristiana, per un confronto sia storico sia catechistico sul cammino che la Chiesa deve indicare per la diffusione dell’agape cristiana tra tutte le genti.

Sandro Gros-Pietro

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