16,00 €
Autore: Luigi Mazzella
Editore: Genesi Editrice
Formato: libro
Collana: Le Scommesse, 367
Pagine: 248
Pubblicazione: 2013
ISBN/EAN: 9788874143986
Aforismi, pensieri e riflessioni
Quest’ultimo romanzo di Luigi Mazzella è imperniato intorno a una figura femminile. Con prosa scarna ed essenziale, con attenta analisi e profonda sensibilità, l’Autore si dimostra un acuto osservatore del genere umano, riuscendo a entrare nel mondo femminile con intuito e delicatezza e a coglierne le evidenti complessità.
Jessica Bellanota, cinquantenne, ancora di bella e avvenente presenza, che sua cognata Florence, di origini francesi, accusa di essere una grimpeuse, un’ostinata e caparbia arrampicatrice sociale, vive un’esistenza per molti versi tormentata. Lei, però, con artifizi e raggiri riesce sempre, con l’auto-inganno, a riequilibrarsi psicologicamente. Tante false verità e tanti finti entusiasmi le fanno apparire, infatti, la sua vita se non piena e felice, almeno accettabile e simile a quella di altre sue amiche e conoscenti, meno sfortunate e meno turbate.
Espressione tipica della donna-massa dei nostri tempi, Jessica è orgogliosa della sua ignoranza; disprezza, in buona sostanza, pur non dicendolo, quelli che trascorrono la loro vita sui libri. Sostiene che non esiste una Cultura con C maiuscola, come patrimonio concreto e collettivo, ma tante culture, quante sono le esperienze, anche solo individuali, maturate dagli esseri umani sul pianeta; ritiene di essere normale nella sua accanita omofobia che, in lei, è soprattutto odio contro il piacere. Come dimostra il fatto, che, pur nella sua idolatria macha, Jessica ha un rapporto difficile anche con l’uomo, che la sua educazione ideologica e religiosa le dovrebbe fare ritenere unico destinatario giusto e legittimo delle sue pulsioni erotiche.
Jessica, quando decide di mettere per iscritto i suoi ricordi e i suoi pensieri, è costretta a dettare le proprie considerazioni sulla vita e sulle contraddizioni di cui essa spesso si nutre a un’amica letterata, Nora, che le trascrive usando la prima persona. Ne viene fuori un libro-confessione, intenso e sofferto, con l’ammissione di una coazione a ripetere gli errori nella scelta dei suoi compagni di vita o anche solo di avventura e di salotto, con la constatazione ulteriore del naufragio della famiglia, da lei ritenuta la sola meta desiderabile e appagante del suo pellegrinaggio sul globo.
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Antonio Spagnuolo –
Non è cosa semplice e lieve entrare con discrezione ed infinita sapienza nel mondo femminile, anche se oggi il mondo femminile mostra, purtroppo, delle ferite non indifferenti, causate proprio dal sopraffare di una certa specie di individui, dediti alla distruzione, alle violenze, al disprezzo. Una buona dose di immaginazione allora viene a sostegno della creatività del narratore, che con delicatezza ed intuito ben fermo riesce a delineare una figura fortemente coinvolta in variopinte situazioni umane, una fra tutte la sensazione di essere fisicamente inadatta ad incontri erotici o ad impegni emotivi con l’altro sesso, nel timore espresso con chiarezza di cadere vittima di rigetto, o vittima di terrore. Il racconto sceglie fotogrammi che proiettano le immagini di una adolescente, che coltiva interessi comuni con altre amiche e che corre tra luci e bagliori. Di una donna desiderosa di sottrarsi al giogo di mamma e papà, ma facilmente caduta incinta per il maldestro ragazzo che la coccolava. O donna ormai matura alle prese con le doglie del parto, incandescenti e inaspettate, alle prese con avvenimenti banali, ma determinanti, con sbandamenti e strani spiazzamenti. La frustrazione per le lunghe monotone ore dedicate alle mansioni domestiche incide e non poco nella quotidianità di una femmina che rifiuta ogni collaborazione. Indubbiamente la fantasiosa ed originale complessità di questo romanzo/diario si concretizza in una prosa delicatamente sospesa, e ricca di essenziali concretezze, mentre il racconto indaga pur sapendo di non poterlo esaurire sul declino dell’amore coniugale, che si affaccia moralmente inevitabile, sino a scaturire nella desolazione di un divorzio desiderato e improvviso. Tipico soggetto della donna dei nostri tempi Jessica sostiene che non esiste una cultura con la c maiuscola, ma tante piccole culture, bagaglio di esperienze di vita e di verità digerite, e confessa le sue imperdonabili mancanze, anche se con la mediazione di una coscienza in sospensione. Un testo, questo di Luigi Mazzella caratterizzato da una prosa scorrevole ed agile, ricca di metafore dalla molteplice incisione, ben equilibrata nella sua capacità di penetrare una vicenda esistenziale tutta da riscoprire.