Post scriptum

Imperia Tognacci meritava una monografia, tra l’altro già realizzata da qualche altro appassionato e attento critico letterario. Quella che qui si propone è una lettura dall’interno della sua vasta e complessa opera poetica, proponendosi magari un futuro intervento monografico anche su quella più propriamente narrativa, anticipata, tra l’altro, da una prefazione di chi scrive al suo più recente romanzo.
Attraversando le singole composizioni della nostra meritoria autrice, si resta colpiti da una onestà intellettuale, che può ben definirsi esistenziale, nei confronti del suo mondo personale, che prova sempre, riuscendoci, a farsi universale. Che è poi il compito precipuo della vera poesia.
I titoli, che prima si accompagnavano a singole sezioni delle composizioni, scandite da numeri romani, e che poi progressivamente scompaiono; i posti, scelti ad uno ad uno per placare una intima e creativa inquietudine; la scoperta di una energia cosmica, che regge anche la dimensione poetica; sono, queste, solo alcune schegge di una creaturalità, che dalle ineludibili radici procede per innalzare quell’albero della vita, che si veste e sveste delle sue stagioni più autentiche, quelle che non temono crisi o smentite, perché appartengono, semplicemente e profondamente, a ciò che siamo, come sosteneva il nostro Maestro Parmenide, e che la poesia è chiamata, in prima istanza, a testimoniare per riaffermare il suo indiscutibile potere personale e sociale in un universo sempre più proiettato verso il consumo, il profitto, a rischio di autodistruzione di una identità inalienabile e inconfondibile: quella che deriva dal nostro sangue, dal nostro DNA, e che non vogliamo tenere gelosamente con noi ma congiungerlo, con-fonderlo con quello di tutti coloro che ancora credono nel valore di una cultura autentica e assoluta. Quella che si legge nei libri, ma soprattutto quella che prima si vive e poi si trasfonde in parole destinate a durare, perché impregnate del corpo e dell’anima di esseri viventi che, per il breve destino a loro assegnato, non possono sciupare una vita, violando i suoi più giusti e naturali principi.
Questa monografia risponde principalmente a questo intento: far conoscere e riconoscere una poetessa, che si è incontrata casualmente in premi e libri comuni e che ora si esprime in tutta la sua realtà vivente e poetante. Una condivisione, che conferma tutta la verità di quell’“arte dell’incontro”, che resta la vita nel suo continuo divenire.
Al termine di ogni monografia, potrebbe sorgere spontanea la domanda, soprattutto nell’autore o autrice, che ha costituito il soggetto dell’indagine critica. Qual è la mia collocazione nel contesto della letteratura italiana del nostro tempo? Dal “suo” tempo delle lezioni universitarie chi scrive è stato storicamente costretto a parlare di “ismi” e a provare a collocare gli autori al loro interno. Mentre compiva questo inevitabile procedimento didattico, avvertiva spesso qualche difficoltà che, per una sorta di proprietà transitiva di carattere eminentemente esistenziale ed estetico, sembrava trasferirsi agli stessi autori, anche se spesso non c’erano più. Un disagio, che è stato per fortuna risolto da qualche intelligente collega, il quale, redigendo una fortunata storia della letteratura italiana, adottata tra l’altro anche da chi scrive, aveva avvertito la forte, naturale esigenza di trattare soprattutto gli autori più vicini al nostro tempo liberi da schemi e preconcette collocazioni accademiche. In fondo, a quanti dei nostri poeti sarebbe stato gradito l’attributo di “crepuscolare”, elaborato da Giuseppe Antonio Borgese, o di “ermetico”, suggerito da Francesco Flora?
Ogni poeta ha le sue vite, le sue storie, i suoi autori e, se il linguaggio risente inevitabilmente di una serie di inconsce influenze, che il critico non può che provare ad indovinare, egli resta un’isola in un grande arcipelago di forme e contenuti, che non conviene mai, alla maniera crociana, definire categoricamente ora felici ora infelici.
Nel caso specifico in esame, la Tognacci, pur risentendo, dichiaratamente, di particolari suggestioni, prima fra tutte quella pascoliana, che avrebbe potuto rischiare di diventare, sulla scia degli studi di Edoardo Sanguineti, crepuscolare, non cede a questa non trascurabile tentazione e si inventa una sorta di universo sauvage, tutto suo, controllato tuttavia da una sempre scaltrita conoscenza tecnica della poesia contemporanea. Lontana dalle neo-avanguardie, ne crea una, tutta personale, fatta di parole e cose familiari ma anche universali, nelle quali potersi riconoscere integralmente, sinceramente, umanamente.
Certo, il mondo che ci descrive è ormai cambiato, contaminato e trascolorato da diversi additivi allotri, se non del tutto estranei, alle sue aspettative più autentiche. Non è quindi da escludere che anche la sua poesia prenderà in futuro altre rotte ma, in ogni caso e soprattutto per questo, essa non tradirà mai se stessa.

Francesco D’Episcopo

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1 recensioni per La poesia di Imperia Tognacci

  1. Marina Caracciolo

    Splendida disamina dell’intera opera poetica della scrittrice Imperia Tognacci, sondata con passione e intelligenza in ogni sua caratteristica e in ogni sua riposta piega inventiva ed espressiva. Il discorso si snoda a partire dalla nativa matrice pascoliana, per giungere poi alle singole raccolte di poesia e approdare infine, seguendo un costante orientamento evolutivo, all’esame delle opere più recenti, scritte in forma di unitario poemetto. Il testo è ricco di molte significative e pertinenti citazioni, che si pongono di volta in volta come valida e tangibile riprova dei vari aspetti rilevati e criticamente riflessi. Il saggio di Francesco D’Episcopo – cattedratico, esegeta e pubblicista di chiara fama – si presenta a tutt’oggi come l’indagine senza dubbio più bella, più profonda e insieme più esaustiva della produzione lirica della Tognacci, in ogni pagina acutamente e prismaticamente rifratta in tutte le sue valenze letterarie, filosofiche e psicologiche. A completamento del volume compare in appendice un ampio apparato biobibliografico comprendente tutte le opere edite dell’autrice, i principali riconoscimenti ricevuti, nonché l’indicazione degli scritti critici e dei nomi di tutti coloro che hanno pubblicato importanti pagine di commento su di lei. Da notare infine la ben curata, finissima veste grafica scelta dall’Editore, che aggiunge un pregio anche estetico al valore intrinseco del libro

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