La rocca del crimine

L’intricato romanzo giallo, La rocca del crimine, presenta come protagonista principale che combatte contro la delinquenza la giovane poliziotta Lisa, che si emancipa dalla condizione di sottomissione alla logica maschilista del padre e si allea con il fratello Riccardo, anch’egli poliziotto. Nel romanzo si accavallano sia eventi delittuosi sia opere di generosità e di difesa, compiute dal Gigante Buono Fred e del suo amico Julius Sultieri, finiti contro la loro volontà a fare gli sgherri di un terribile boss del malaffare, il commendatore Cromolini, il quale per di più è anche mandante di uxoricidio. Nel romanzo funziona una catena di perdizione e di riscatto, in base alla quale chi compie il male conserva la possibilità di redimersi, ma solo a patto che il suo animo sia buono e sia ispirato a un sincero desiderio di ravvedimento. Così Olga, madre superficiale e senza nerbo di Laurino, ritrova la giusta strada per riavvicinarsi al figlio. Similmente Baloo e Shere-Khan, che hanno derivato i loro soprannomi dal Libro della giungla di Kipling, pagano il debito con la società e si riscattano a nuova vita. La trama si sviluppa intorno al tema principale della violenza come fiamma biforcuta che possiede due corni: uno è quello dell’ideologia nazista e l’altro è quello dell’odio verso gli extracomunitari. Sullo sfondo troneggia la vetta del Monte Triglav, messo di sentinella tra l’Italia e la Slovenia, con attraversamenti dei protagonisti al di qua e al di là del confine. La scrittrice Maide Bruno, lungo l’intero sviluppo della vicenda, ama fare l’occhiolino al Lettore, cui confida l’arguzia del cantastorie, con l’intento di porgere un sorriso di distensione e di accettazione della fatalità della vita. Un libro che non si limita a essere un valido espediente di intrattenimento e di piacere della lettura, ma che diviene anche un’occasione di riflessione sulle strade del mondo e su cosa può attenderci appena svoltato l’angolo della nostra via.

Sandro Gros-Pietro