Una donna ancora nel pieno degli anni migliori diviene all’improvviso vedova. Al­l’angoscia per l’amore della vita per sem­pre perduto si aggiunge lo stupore quasi doloroso di accorgersi che la quotidianità non concede sconti al lutto, ma invade il tempio della malinconia e ri­muove il piacere del dolore estremo op­ponendogli l’urgenza delle funzioni pri­ma di madre e poi di nonna. Ma lo stupore più grosso, sospeso tra l’imbarazzo e la gioia, consiste nell’accorgersi che an­che il desiderio di amare e di essere amata si rinvigorisce come rosa che non abbia mai cessato di fiorire, nonostante l’unico uomo amato nella carne non ven­ga mai sostituito da una nuova passione dei sensi. La rosa nel cuore è il romanzo della femminilità amorosa di una donna che compie il viaggio di traduzione e di ricodificazione dell’amore umano dalla sessualità alla dol­cezza dei sentimenti, ma che mantiene quella stessa totale dedizione di sé a ol­tranza di cui una vera donna è capace in amore, fino ad anteporre il desiderio del bene e della felicità per l’amato a quello per il bene di sé. L’amore casto di Lella e Ippolito non è diverso da qualunque altro amore tra uo­mo e donna: è un’isola magica che sorge improvvisa e indifesa dal mare delle quotidianità da cui è circondata, tra paradiso e prigione. In forma di diario di bordo tenuto dal navigante, Graziella Vercellotti delinea con la forza della concisione e con la nettezza dell’autenticità una vicenda che, in virtù della pienezza dei sentimenti e dei contenuti, perde subito i contorni dell’episodio per divenire, invece, discorso riflessivo fondo e profondo sul valore universale delle nostre scelte e sulla fragilità precaria e passeggera di ogni nostra espressione di essere, compresi i sentimenti e gli amori più irrinunciabili.

Sandro Gros-Pietro

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