Premio I Murazzi per l’inedito (vincitore assoluto)

Motivazione di Giuria


Serena Siniscalco convoca la poesia al suo tavolo di scrittrice come regista organizzatrice dello spettacolo della vita, colto e raccontato nell’esemplarità schietta e luminosa di una quotidianità alacre e appagante. La poetessa riprende la grande tradizione della linea lombarda che parte da Giuseppe Parini e Carlo Dossi e passa per Carlo Porta e Delio Tessa per arrivare fino a Vittorio Sereni e ai contemporanei, così rivolta a realizzare nei versi un realismo magico di rappresentazione esemplare e luminosa del vivere quotidiano. Intenso e di grande pregio è l’impegno della poetessa anche come organizzatrice di incontri e simposi tra letterati e artisti di varie tendenze. La giuria all’unanimità le conferisce il primo premio assoluto per l’inedito.

 

 

PREFAZIONE

La poetica di Serena Siniscalco è ricalcata a seguire l’alto insegnamento lasciato da Giuseppe Parini che portò la poesia alla vetta di eccelsa testimonianza della vita quotidiana, anche se a quel tempo, giustamente, il protagonista del vissuto altro non poteva essere che un esponente della nobiltà, cioè un Giovin Signore. Anche lei lombarda, come lo è il sacerdote precettore comasco autore de Il Giorno, la Siniscalco è nata da illustre famiglia milanese e sempre si porta nella mente e nell’anima la sua Milano, anche se, un poco come tutti i padani, ama trascorrere la bella stagione dapprima sulle sponde del Mare Ligure e ora decisamente sulla Costa Azzurra, nella Nizza garibaldina, che le parla al cuore ancora in italiano, se non proprio in dialetto milanese. In verità la Siniscalco è una cultrice convinta della bella (e complicatissima!) lingua italiana, al punto che chi scrive non riesce a ricordarsi una sola poesia composta in dialetto lombardo dalla penna pur prolifica della scrittrice della Madonnina. Sotto questo punto di vista, la bella signora Siniscalco ama rifarsi all’insegnamento del Manzoni: precisamente, si tiene il Naviglio nel cuore, ma l’Arno nel calamaio. La sua poesia è un racconto aperto, scintillante, vaporoso della vita declinata nei differenti casi di figlia, sposa, madre e nonna, proiettata nell’alacrità ottimistica e faccendiera che è la divisa universalmente nota di Meneghino e di sua moglie Cecca. Nel caso di Serena, essendo lei donna, si dovrebbe invertire i sessi e parlare di Meneghina (cioè Domenica) e del suo compagno Cecco (cioè Francesco). Si ricostruiscono così le bellissime pagine di un canzoniere della quotidianità che la poetessa va compilando ormai da anni, e che arricchisce all’inizio di ogni anno con una nuova pubblicazione, che quasi rappresenta una seriazione per annali del respiro poetico della sua vita, assurta a simbolo rappresentativo della vita di tutte le donne d’Italia – e non solo italiane! – che come Serena amano la poesia e la quotidianità vissuta con intensa partecipazione e con gioia del bello e del fare e del dire e del condividere col prossimo la propria esperienza. Il tempo rappresentato in ogni raccolta è una dimensione unica e liquida di passato, presente e proiezione verso il futuro, e sta a rappresentare l’unità degli intenti e delle speranze, che si mantengono sempre uguali nel corso della vita, malgrado la vita si consumi e gli orizzonti si ridimensionino. Ma proprio in questa capacità di mantenere inalterato il sogno della speranza risiede la grande carica di ottimismo e di luce che risplende come una fede nei versi della poetessa milanese.
La figura di Serena Siniscalco supera quella del poeta per completarsi nell’immagine più articolata e composita della protettrice e animatrice della letteratura e delle arti, essendo fondatrice e anima ispiratrice del Premio Nazionale di Poesia “La Streghetta” ed essendo coordinatrice delle attività della galleria Arte Reale, sita nel centro di Milano. Si compone così in lei una figura bene amata e cara non solo ai suoi concittadini milanesi, ma a tutti gli amanti italiani della poesia e della pittura che trovano sempre in lei una sodale e una consigliera nel grande viaggio di ricerca e di definizione della bellezza e delle sue manifestazioni creative.

Sandro Gros-Pietro

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