Queste poesie di Paolo Cagnetta affrontano i temi della vita e del mistero, parlandoci dei sentimenti umani e disumani degli umani, e di amori come disancorati dall’eros e figurati ironicamente attraverso il prisma di un lungo, ostinato mélo. Amori vissuti e rappresentati come chance allucinatoria di affinità elettive e di attese vaghe, forse più che altro finalizzate al culto della distanza della persona amata, e alla religione della solità del poeta narratore. Queste relazioni affettive, come anche il rapporto con i familiari, e con gli amici di carta e in carne e ossa, sono per Cagnetta i pilastri di una costruzione morale basata sulle macerie di una realtà sociale desolata, percossa dalla Storia sadica, non solo crudele, e senza speranza di liberazione. Il cristiano balordo e dal cuore contraddetto di Onore al paradosso ha tuttora come unica consolazione la persistente abitudine al pensiero del suicidio che lo accompagna fin dagli anni della gioventù.

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