Ragioni di un’antologia

Il Movimento empatico determina come naturale conseguenza anche l’accorpamento per gruppi scelti provenienti dallo stesso campo artistico che hanno però sposato concetti condivisi di interdisciplinarità e che si sono riconosciuti nei valori del “Nuovo Manifesto sulle Arti”.
Devo dire, pertanto, che – sebbene personalmente non ami co­me concetto il genere letterario rappresentato dalle antologie, poi­ché troppo spesso mera operazione “di parte” quando tendono ad antologizzare “il meglio” di un dato periodo storico e specie quan­do il periodo storico coincide con quello del curatore – una prima antologia da me curata riguarda la Poesia Italiana Contemporanea (non allargo il discorso ai poeti aderenti provenienti dall’estero perché sono ancora rappresentati in un numero trop­po esiguo per compilare un’antologia internazionale). Al contem­po, invito chiunque voglia a sentirsi libero di dare corpo ad altre tipologie di antologie empatiche, come potrebbero essere quelle sulla Narrativa, sugli Artisti o sui Musicisti, sezioni che iniziano a essere abbastanza nutrite di ottimi rappresentanti, in ambito sia italiano sia internazionale.
Le “antologie empatiche” sono, dal mio punto di vista, più “oggettive” rispetto a quelle consuete, poiché gli autori che le compongono si presentano al lettore come gruppo già spontaneamente accorpato al Movimento stesso.
La poesia, al pari dell’Arte tutta, è divina perché contribuisce alla creazione di ogni ipotetico Dio, fosse anche la natura stessa, che ci ha determinati. Ogni Dio possibile e immaginabile ha, tra i suoi valori primari, l’essere empatico.

 

Poeti Empatici Italiani

Sono trascorsi cinque lunghissimi anni da quando, al culmine della mia visionarietà, decisi di dare vita al Movimento letterario, artistico, filosofico e culturale denominato Empatismo.
Un lasso di tempo, questo, non particolarmente ampio per la storia letteraria e delle umane genti, ma abbastanza lungo per permettere a un nutrito e significante gruppo di poeti di unirsi con maggiore consapevolezza, in nome di un sentimento che guarda finalmente in modo più amorevole all’altro da sé. Un sentimento nobile, che rifiuta l’ipertrofia dell’Io troppo a lungo caratterizzante l’aura degli artisti contemporanei, chiusi spesso nelle loro piccole torri d’avorio a comporre per sé stessi o per un pubblico sempre meno numeroso poiché disilluso dalla poca qualità che lo scenario attuale sembra offrire.
Non era facile forse uscire dall’impasse e finalmente ritrovarsi, tendendosi simbolicamente la mano gli uni con gli altri, in un afflato di amicizia che li richiamasse a una miracolosa unione.
A tal proposito devo dire che il mio invito è stato accolto dai poeti con grande apertura, come se tutti stessero aspettando di poter “ripartire” – specie dopo il famigerato 2020, segnato in modo così profondo dalla Pandemia Covid-19 – in un ritrovato slancio emotivo e professionale.
Questa antologia accoglie poeti ben noti al panorama nazionale, che, aderendo al Movimento Empatico, hanno assunto anche il ruolo di “Maestri Empatici” (così come tutti gli aderenti provenienti da qualsiasi altra disciplina artistico-culturale).
Guardando a questo raggruppamento, non posso che esprimere profonda felicità nel constatare come molti dei più rilevanti autori italiani abbiano deciso di unirsi a me e agli altri, in un percorso ideologico comune.
Nella presente silloge non avrò comunque l’ardire di delineare criticamente i profili di questi rinomati autori, ed eviterò anche di riportare ampie note biografiche, evidenziando soltanto pochi dati essenziali della vita, degli studi e delle opere di poesia da loro prodotte, evitando di citare premi ricevuti, antologie personali o di non elevatissimo conto, i lavori in prosa o di saggistica e molto altro. Preciso che anche per quanto riguarda le raccolte di poesia pubblicate non vi è pretesa di completezza. Tutto ciò non serve a questo tipo di antologia poiché essa è fondamentalmente solo un segnale d’unione e comunione d’intenti.
Desidero sottolineare adesso come il gruppo antologizzato parta dall’indimenticabile Giampiero Neri, l’unico rappresentante dei poeti nati negli anni Venti. Neri è stato per me vero Maestro e impareggiabile Amico. Ricordo con nostalgia i pomeriggi trascorsi nella sua abitazione di Milano a ricercare la poesia degli uomini e dell’universo… Accompagnavamo sempre la riflessione e i sogni con un buon bicchiere di vino. Ci sentivamo uniti nella fratellanza, confortati dalla presenza delicata della signora Annamaria, sua moglie, e a volte da Elena, cortese e unica figlia.
Importante è stato il costante confronto artistico, protrattosi negli anni, con l’amico Maurizio Cucchi, che molto mi ha insegnato e con il quale ho gioito nel guardare insieme la nostra squadra del cuore che ci ritrasformava ogni volta in allegri, sempre verdi ed emozionati tifosi. Anche casa Cucchi era illuminata da una delicata presenza femminile: la signora Valeria sapeva dimostrare ogni volta viva accoglienza e cordialità.
È chiaramente per me sempre un onore ricordare, inoltre, che alcuni di questi autori sono stati insigniti del “Premio Internazionale Cilento Poesia” da me ideato nel 2017 e destinato proprio ai maggiori poeti italiani contemporanei.
È bello ricordare come Vivian Lamarque ebbe così a descrivere il Movimento Empatico:

Dal Monte Stella del Cilento al Monte Stella di Milano ai Montes Lunari, un fil rouge di bellezza, ognu­no tracci il centimetro suo, “siamo piccole voci / per un coro grande.”

Parole che lasciano intendere quanto la poesia possa incidere ancor di più attraverso l’unione artistica, come elevazione interdisciplinare.
Emozionante è richiamare alla mente anche l’invito profondo e gioioso che Giampiero Neri rivolse al mondo:

Sull’idea originaria della nostra associazione basata sull’empatia, sulla comunione con gli altri, le convergenze si sono moltiplicate. È sembrato un segnale contro la degradazione dei tempi a livello delle scimmie, delle quali abbiamo rispetto. Un segnale che è stato ascoltato e subito condiviso da molti. Ne siamo compiaciuti e commossi. Non siamo soli in questa battaglia contro la riduzione a zero della nostra umanità, sappiamo che c’è qualcosa per cui vale la pena di prendere posizione. Sappiamo di non morire con la nostra morte fisica. Sentiamo che qualcosa di noi sopravvive: il nostro spirito, il noumeno, il principio. Per questo chiediamo agli altri, che condividono il nostro programma, di venire con noi.

Un invito, questo, al dialogo, all’unione, alla speranza d’amore tra gli artisti e tra ogni essere della Terra che, come sottolinea Davide Rondoni, “necessita di empatia, poiché sempre si parla e si auspica che possa sopraggiungere ciò che in realtà risulta evidentemente latente”.
Inoltre, ricordo ancora che Franco Arminio venne con me a Paestum per presentare, nell’ambito del Festival dell’Essere, la “Scuo­la Empatica” come parte del Macro Triangolo Culturale del territorio insieme alla Scuola Eleatica e alla Scuola Medica salernitana.
Un contributo rilevante fu dato anche da Maurizio Cucchi che – sulle pagine di “Avvenire”, in occasione della presentazione del “Nuovo Manifesto sulle Arti” presso l’Accademia di Belle Arti di Brera nel 2024 – sottolineò “la Modernità del Movimento Empatico”, così come fece Vincenzo Guarracino dedicando un articolo al Movimento sullo stesso quotidiano.
Mi preme mettere in evidenza, con non poca delusione, che i poeti aderenti al Movimento empatico sono soltanto quelli nati dagli anni Venti fino agli anni Ottanta del Novecento. L’invito ad alcuni autori a me coetanei che avrei gradito facessero parte del Movimento, e quindi di questo lavoro antologico, è purtroppo andato a vuoto. Nei loro sforzi giovanili non sempre, o quasi mai, percepisco genuine pulsioni empatiche ma, al contrario, troppe volte sentimenti, seppur appassionati, fondamentalmente celebrativi, spesso autocelebrativi, non di rado incontrollati, specchio meraviglioso, quanto pericoloso, della giovane età.
Dedico questa Antologia a Giorgio Bárberi Squarotti, Remo Bodei, Alessandro Serpieri, Maria Teresa Chialant e Carolyn Williams Lyle, poiché hanno fortemente contribuito alla mia crescita umana e di studioso, indicandomi sempre il modo migliore per non perdere la via, per non sprofondare in quegli oscuri sentimenti che non restituiscono dignità alla vita.

Dimensioni 210 × 150 cm
Anno Edizione

Mese Edizione

Gennaio

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