Premio I Murazzi per l’inedito 2016
(Dignità di stampa)
Motivazione di Giuria

Romanzo di fantasia ambientato nella Parigi della Rivoluzione Francese, unisce il rispetto degli avvenimenti storici principali con l’invenzione romanzesca di una sorta di intrigo collegato alla storia del panettiere Florent, personaggio di fantasia, e dei suoi due figli eredi, con le tenere vicende d’amore e le prestigiosi tradizioni gastronomiche e dolciarie d’oltralpe.

 

 

 

La vicenda si svolge nella Francia della Rivoluzione, dagli antefatti del “giorno delle tegole”, occorsi a Grenoble nel maggio 1788 al colpo di Stato di Napoleone del novembre 1799: sono gli undici anni in cui la nobiltà viene messa decisamente sotto scacco dal Terzo Stato, costituito dalla borghesia, dagli artigiani e dai contadini. Sono, forse, gli undici anni che ebbero più im­portanza nei destini futuri dell’intera Europa moderna.
Fabrizio Olivero sceglie di raccontarci questi due cruciali lustri collocandosi dalla parte della “piccola storia” degli umili e dei personaggi anonimi, ma nello scrupoloso rispetto dell’epopea della “grande storia”, i cui protagonisti sono sempre rappresentati nella fedeltà assoluta agli eventi reali del tempo. Così, vediamo riferite le gesta di Luigi XVI insieme a Charles Louis François de Paul de Barentin, Jacques Necker, Emanuel Joseph Sieyès, Danton, Marat, Robespierre, Napoleone con il fratello Luciano e molti altri personaggi storici realmente vissuti. Tut­tavia, l’intreccio più significativo del romanzo è frutto della fervida fantasia dello scrittore e si impernia sugli accadimenti relativi al panettiere Florent, che conduce l’omonima Boulangerie insieme alla moglie Marie, a Gilles e alla commessa Françoise. La voce narrante è rappresentata dal coprotagonista Olivier Mallet, un umile figlio del popolo che saprà riscattarsi fino alla dignità di cancelliere di Tribunale e Deputato all’assemblea degli Stati Generali. La parte della nobiltà è essenzialmente rappresentata dal ricchissimo nobile e proprietario terriero Gerard Laurent con la figlia Carole e dal mefistofelico Lefebvre, con i suoi maldestri fratelli, illustre rappresentante della nobiltà più radicale, pronta a macchiarsi dei peggiori delitti pur di difendere i loro privilegi. La cerniera di collegamento tra i personaggi di fantasia e quelli storici è rappresentata dall’illustre magistrato e gastronomo Jean Anthelme Brillat-Savarin, uomo politico di spicco nella Francia della Ri­voluzione, autore di molti scritti giuridici e del celeberrimo trattato di gastronomia La fisiologia del gusto, cui è stato dedicato fra l’altro il dolce Savarin e che da noi è più noto come Babà. Savarin è l’interfaccia continua tra la grande storia e la piccola storia, tra la fantasia dell’autore e il suo scrupoloso ri­spetto della cronaca reale dei fatti. Il libro sorprende piacevolmente il lettore perché è un romanzo di amore e di azione, con risvolti giallo-rosa e con pagine magistrali di thrilling, che sanno calamitare l’attenzione e che trascinano nella lettura fino alla conclusione in parte drammatica e in parte gioiosa. Fabrizio Olivero, dopo le prove positive realizzate in poesia, vince e convince con questo romanzo storico di brillante fattura moderna, per la capacità di costruire un intreccio molto affascinante, istruttivo e divertente per il lettore.

Sandro Gros-Pietro

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