Sette anni in Qatar

I miei sette anni in Qatar sono stati lunghi, lunghissimi; mi hanno minato nel fisico e nell’animo ma sono stati anche sette anni “leopardiani”. Sette anni di “studio matto e disperatissimo”, nei quali ho cercato di capire una cultura da noi tanto distante e a noi tanto ostile. A poco a poco, mi sono profondamente convinto che l’islam sia incompatibile con la nostra idea di libertà, con il nostro concetto di democrazia, in definitiva con il nostro mondo. L’islam è un mondo la cui distanza dal nostro si misura in secoli anziché in chilometri; proprio per questo ogni qualvolta prendevo un aereo che in poche ore mi riportava a casa, avevo più che altro la sensazione di usufruire di una sorta di macchina del tempo che, magicamente, dal medioevo mi riportava ai tempi moderni, al mio, al nostro mondo. Per tutti questi anni alla fine ho vissuto in due mondi paralleli, proprio come nella teoria del multiverso. Ma non era solo questo l’aspetto angosciante di questa mia quotidiana realtà, la cosa peggiore era l’enorme, onnipresente ingiustizia che la caratterizzava. Alla fine ho deciso che questa ingiustizia doveva essere raccontata, a voce alta e non occasionalmente a pochi amici, in qualche serata banale e presto dimenticata. In queste pagine racconterò questi miei sette anni di vita in un mondo così strano e irreale da sembrare fuori dal tempo, o meglio fermo nel tempo, in quello umano, culturale e sociale e fantasmagoricamente proiettato in un futuro sfavillante ma vuoto. In un futuro inesistente. Scriverò di un mondo opulento, arrogante e profondamente ingiusto che merita di essere denunciato, gridando forte la verità. Ed io non conosco voce più forte dello scrivere. Già una volta dissi che si scrive per amore o per rabbia ed io quella volta scrissi per rabbia, per la rabbia di un’ingiustizia subita, non da me, ma da chi amo più di ogni cosa al mondo. Anche questa volta scriverò per rabbia, per la rabbia che sento prepotente nascere in me nel vedere quel che subisce ciò che amo di più al mondo: la libertà.