Nota del Curatore

L’avventura letteraria ha condotto la Poesia di attualità a distinguersi sostanzialmente in due emisferi fra loro abbastanza autonomi: la Poesia della letteratura e la Poesia della comunicazione. In verità la distinzione non sorprende affatto, perché qualcosa di simile è avvenuto anche nella musica moderna, che si è biforcata nei due grandi emisferi della Musica armonica e della Musica ritmata ovvero il Rock. I due modi e mondi usano forme e stilemi diversi, ma sono sostanzialmente in contatto fra loro e sovente lo stesso Poeta o lo stesso Musicista agisce con sapienza sia in un modo sia nell’altro, seppure in contesti differenziati. La Poesia della letteratura ha la caratteristica di muoversi all’interno di una consapevole memoria letteraria e quindi è caratterizzata da un contesto stilistico di collocazione, che definisce sia le caratteristiche del linguaggio adottato dal Poeta sia il ventaglio delle tematiche predilette, in modo da reinterpretare il dantesco “vasel”, chiaramente orientato verso un orizzonte ben definito. In tale ipotesi, il Poeta mantiene salda la barra del timone del “vascello poetico” ed esercita appieno la sua capacità di attraversamento e di esplorazione della scena del mondo, e fornisce la chiave di lettura coerente alla sua impostazione teorica di appercezione della “visione poetica del mondo”. Il Poeta della comunicazione parte, invece, dalla convinzione che ogni “visione poetica” altro non sia se non che una proiezione totalmente artefatta e illusoria della scena del mondo e che quindi il mestiere del poeta consista nello spigolare i frammenti del reale, cioè raccogliere i reperti che testimoniano persone ed eventi e consegnarli alla letteratura nelle forme della comunicazione con cui tali oggetti solitamente si manifestano, cioè nei millanta linguaggi diversi adoperati dalla comunicazione, dallo sdrucito e consunto linguaggio del quotidiano, al linguaggio colto fino all’inaccessibilità, al linguaggio scientifico e via così. Il Poeta della letteratura, dunque, ricostruisce la realtà dentro lo specchio della letteratura: è sostanzialmente Narciso, che ammira la creazione riflessa di sé stesso fino ad annegarci dentro. Il Poeta della comunicazione tenta, al contrario, di fare l’operazione opposta: vuole costruire la letteratura dentro la realtà della comunicazione. Cioè assume il ruolo di Prometeo, si mette a costruire, modificare, ampliare il mondo usando le parole. Nel primo caso il Poeta si definisce attraverso il linguaggio letterario; nel secondo caso il Poeta si definisce attraverso le esperienze di vita. A complicare le cose va detto che tra i due emisferi poetici non c’è quasi alcuna differenza di creatività poetica: chi sa fare Poesia della letteratura sa anche fare Poesia della comunicazione. La stessa cosa avviene anche nel campo della musica: chi sa comporre il Rock sa anche comporre la musica armonica, e vale il viceversa. Tuttavia i generi sono fra loro molto differenziati. Come è possibile tale sortilegio? Come è possibile che chi definisce la realtà specchiandola nel linguaggio della letteratura, faccia un’operazione del tutto equivalente a chi si impone di usare la realtà per costruire il linguaggio della letteratura? L’una cosa è il contrario dell’altra: dunque, come è possibile che i risultati raggiunti sostanzialmente si equivalgano? La risposta sta nel segreto incomprensibile dei poteri della parola. Per usare una metafora, si direbbe che la parola sia sempre palindroma: se l’adoperi per rappresentare il mondo oppure se fai il contrario e adoperi il mondo per inventare le parole, ottieni lo stesso risultato creativo, pure se hai compiuto due percorsi totalmente inversi. 
Dieci anni di raccolta delle poesie di attualità servono a dare conto del viaggio compiuto, partendo da I Murazzi di Torino. Per celebrare questi due lustri, il curatore di questo repertorio si è rivolto agli amici dell’Elogio della Poesia affinché compissero il gesto di testimoniare la loro affezione all’iniziativa premiale. Ne deriva che dentro all’antologia sono ben riconoscibili alcuni “maestri sacri” della Poesia italiana d’attualità i quali hanno sempre sostenuto l’Elogio della Poesia, con un atteggiamento di convivialità e di amicizia. Accanto a tali navigatori di lungo corso della Poesia italiana, si sono espressi con pari convivialità e naturalezza i numerosi concorrenti che partecipano al premio e che, come sempre accade, non è stato possibile pubblicare tutti nella loro totalità, ma si è do­vuto ricorrere a selezionare una campionatura rappresentativa. Il carattere del Premio è sottolineato dal fatto che alcuni concorrenti vengono pubblicati e altri, invece, vengono solo nominati, ma si rimanda la pubblicazione al futuro prossimo venturo. In aggiunta, fra tutti i concorrenti sono stati individuati dal Curatore cinque autori cui è stato attribuito un modesto premio in danaro per esprimere loro una forma di particolare Elogio della Poesia a continuare l’impegno nell’attività letteraria. 
Il curatore non ha ritenuto di dovere consegnare alcun premio in danaro ai Maestri sacri di tanti anni di percorso compiuto insieme, perché ciascuno di loro è già premiato dai riconoscimenti che la Poesia italiana ha rivolto loro ponendoli al centro dell’attenzione critica. Tuttavia, il curatore non può rinunciare al piacere di rivolgere l’omaggio della dedica di questo repertorio al Poeta Corrado Calabrò, nominandolo per quello che egli è sempre stato e continuerà a essere in futuro: Amico dei Poeti e amato dalla Poesia.

Sandro Gros-Pietro

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