INTRODUZIONE

Questo è un libro autobiografico nel quale i protagonisti sono i miei ricordi. Non tutti, soltanto alcuni, che da anni, ogni giorno mi chiedevano imploranti di essere salvati, terrorizzati al pensiero di perdersi per sempre nell’oblio della mia vecchiaia.
Sono loro che narrano se stessi; che hanno guidato la mia mano; io non li ho scelti, ho soltanto obbedito al loro volere. Dalla labile mente alla carta, senza rimpianti e decadenze.
“Se vuoi diventare uomo di lettere, e scrivere magari un giorno delle Istorie, devi anche mentire, e inventare delle storie, altrimenti la tua Istoria diventerebbe monotona”.
Così Umberto Eco fa dire al vescovo Ottone rivolto al suo discepolo Baudolino nell’omonimo romanzo.
Nel leggere questa affermazione mi sono spaventato. Ho temuto che anch’io, vittima dalla narrazione, sarei caduto nella tentazione di manipolare i miei ricordi. Ne avrei avuto la facoltà.
Per evitare che ciò accadesse dovevo stabilire con i lettori un accordo inscindibile.
Nel libro c’è un capitolo che si intitola Non val pieghette, vale a dire “Non barare”.
È inserito in un contesto ludico ma è un monito buono per tutte le occasioni. L’ho fatto mio. Nulla di ciò che è scritto è inventato.
Ogni tanto dialogo con i lettori proprio per tranquillizzarli che non verrò meno a questo patto.
Un pensiero centrale, episodi, frammenti, e poi altri filamenti e altri ancora; talmente tanti da non ricordare più quale sia stata la scintilla originaria.
Ne è venuto fuori un romanzo, ricco di personaggi che si intrecciano, scompaiono e poi riappaiono in nuove vesti e forme per lasciare, a loro volta, spazio ad altri.
Sono emersi i segni distintivi della mia adolescenza; non la ricordavo così randagia e intrigante. Anch’io sognavo di essere un supereroe, magari un po’ defilato: un novello Robin, più malaticcio e imbranato dell’originale, con il pallone sottobraccio e le figurine dei calciatori in tasca.
E poi c’è Torino, presente in ogni capitolo con le suggestioni urbane di allora, in buona parte scomparse. Senza volontà di confronto.
Torino, che negli anni della mia narrazione mi ha guidato, accudito, protetto.
Non si dispiaccia chi si è trovato suo malgrado, con nome e cognome, in questo libro.
Non si dolgano amici e parenti che si sono cercati nelle pagine e non ritrovati. Sappiano che altri ricordi si affollano nella mia mente e premono per essere messi anch’essi in salvo. Sono tracce più agresti che rievocano boschi, fiori, giardini in cui trovano posto altre comparse, altrettanto care.

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19 recensioni per Volevo essere Robin

  1. Giulio

    Un libro che per chi è nato a Torino tra gli anni 50 e 60 deve essere assolutamente letto. (Giulio)

  2. Marina

    Rievocazione vivida della Torino di un tempo, che pure viene descritta senza nostalgia ma con grande affetto. Il testo è di lettura godibilissima in ogni capitolo,qualcuno dei quali racconta di curiosità gustosissime,mentre altri risultano addirittura toccanti,come il capitolo di chiusura dedicato a Piergiorgio Frassati ed alla Sindone. Libro imperdibile per qualsiasi torinese nato prima degli anni ’70 ,ma assai gradevole ed interessante anche per i più giovani.

  3. Fabio

    Ho sempre ritenuto un gran bel libro quello a cui mi capita di pensare quando non lo sto leggendo. Volevo essere Robin è uno di questi.

  4. Mauro

    Colpisce per la sua semplicità narrativa che si snoda in modo avvincente e ti induce a leggere un capitolo dietro l’altro quasi si trattasse di un giallo.

  5. Gianfranco

    Libro molto gradevole e semplice nei suoi contenuti adatto sia per i meno giovani sia per le nuove generazioni torinesi che racconta di uno bello spaccato della Torino di un tempo.

  6. Loredana

    E’ un libro speciale. Se dedicate alla lettura periodi di tempo contenuti proverete il desiderio di riprenderlo al più presto; ogni capitolo Vi svelerà qualche goccia di una Torino (a dire il vero di poco tempo fa…) ed uno speciale racconto della “famiglia” … una qualsiasi….

  7. Beppe

    un libro che aiuta a ripercorrere la propria infanzia e scovare tante situazioni correlate ai racconti di Fabrizio. Da leggere tutto d’un fiato

  8. Alessandro

    Un libro che riesce a far vivere al lettore l’atmosfera che si respirava a Torino durante l’adolescenza di Fabrizio,grazie ad episodi della sua vita raccontati in modo leggero ma preciso. La descrizione di una vita semplice è resa interessante dalla capacità narrativa dell’autore, facendoci riflettere su quanto ciascuno di noi abbia un qualcosa di speciale da raccontare.

  9. Fiorenzo

    Nel leggere i suoi racconti riemergono anche i profumi di allora, i dettagli sono precisi e “infantili” proprio come i ricordi, riempiono il cuore di nostalgia e gioia e trovo si bello da fare leggere ai propri figli e credetemi ci capiranno di più e a volte anche con invidia.

  10. Fabrizio Ferrero

    Ammetto che la vicinanza anagrafica al periodo narrato e la conoscenza dei luoghi descritti nel libro potrebbero spingermi ad avere un commento di parte.In realtà e un libro che si legge piacevolmente con un suo stile narrativo semplice ma mai banale.Durante la lettura riaffiorano oggetti e metodiche di vita che si ricordano piacevolmente.Ritengo che questo libro abbia il pregio di intrattenere divertendo e divulgando.Ne consiglio la lettura.

  11. Federico

    Ho trovato “Volevo essere Robin” divertente, particolarmente piacevole anche per chi, come me, appartiene a un’altra generazione e può solo immaginare cosa sia stata Torino a cavallo tra gli anni ’60 e ’70. Decisamente suggestivo il modo in cui Fabrizio vive la sua quotidianità, soffermandosi sui dettagli, sui sapori, sulle sensazioni, sulle riflessioni, sulle piccole cose troppo spesso, oggi, smarrite in un cassetto. Unico appunto al testo: la parte centrale, dedicata al Natale, meno leggera rispetto al resto del racconto.

  12. Laura

    Mi è sembrato di tornare alla mia infanzia, ho recuperato molti ricordi “pre digitali” e ho riso di gusto ripensando a certi episodi che sono capitati anche a me. È un libro leggero, ironico, garbato con un titolo e una copertina azzeccatissimi..

  13. Mauro

    E’ un libro che mi ha “condotto per mano” a rifocalizzare nella mia memoria luoghi, situazioni, abitudini, personaggi che (a mia insaputa, allora) condividevo con Fabrizio, o direttamente e per il tramite di miei parenti strettissimi (genitori, nonni). Anch’io, infatti, sono un ex residente del quartiere S. Rita, dove sono nato ed ho trascorso infanzia ed adolescenza. Una lettura, quindi, per me piacevolissima e…tutta d’un fiato!

  14. Massimo

    Delicato, garbato e molto realistico nella descrizione di spaccati di vita in cui è facile ritrovarsi e dove a volte sembra di confondersi con in personaggi descritti.

  15. Tina

    Veramente un bel libro, scritto con il cuore oltre che con la mente, che mi ha riportato indietro alla giovinezza Torinese.

  16. Paola

    Un libro romantico nel senso letterario del termine, che mi ha fatto vivere nella mia Torino di qualche anno fa… Bello, gentile, divertente e a tratti profondo, come la parte più bella del libro…Che vi invito a scoprire…

  17. Claudia

    Bravissimo Fabrizio! Ho letto il libro d’un fiato. Le descrizioni minuziose, a volte ironiche, dei luoghi della tua infanzia e dei tuoi stati d’animo hanno la capacità di trasportare il lettore nei medesimi posti, di far tornare alla mente ricordi nostalgici e di emozionare.

  18. Maurizio

    La gastronomia Castagno coi suoi mitici panini, il bar Impera per le partite a ping-pong o a bigliardo e che dire delle “battaglie” a scartocci dai balconi…! Grazie Fabrizio per questo tuffo nel passato e aver riportato in vita situazioni e ambienti della mia giovinezza.

  19. Roberto

    Che dire…forse all’inizio ero un po’ scettico. Mi dicevo:”Io nato negli anni ‘70 come faccio a comprendere un periodo nel quale non ero neppure nei pensieri dei miei genitori?”. E invece…vuoi per il fatto che, in assenza di ‘globalizzazione’, gli anni ‘60 e ‘70 sono stati più simili tra di loro di quanto pensassi, vuoi perché Fabrizio scrive bene ed è molto bravo a farti entrare nella storia, in certe parti del testo ho avuto la sensazione di partire dal foglio bianco e di riempirlo insieme a lui. E’ stata una bella esperienza per la mia psiche, che ha fatto riaffiorare esperienze e ricordi che si erano nascosti in chissà quale cassetto della mia memoria. Veramente bravo!

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