Silvia Marzano, allieva del filosofo esistenzialista Luigi Pareyson, si è laureata nel 1968 con una tesi su Verità e comunicazione in Karl Jaspers. È stata per molti anni docente associata di Ermeneutica filosofica nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino. I suoi interessi riguardano l’esistenza, la cifra, la metafora (Jaspers; Ricoeur, corso su La metafora viva), il limite, l’alterità (corsi su Derrida, La scrittura e la differenza, e su Lévinas) e in genere la discussione filosofica sul sublime di Kant e sul rapporto fra la mistica, intesa in modo critico, e la parola.
Fra le sue opere ricordiamo: Aspetti kantiani del pensiero di Jaspers (1974); Il sublime nell’ermeneutica di Luigi Pareyson (1994); Jaspers, Lévinas e il pensiero della differenza. Confronti con Derrida, Vattimo, Lyotard (1999); L’eredità di Kant e la linea ebraica, raccolta di saggi (1979-2010) con una Prefazione inedita (2014).
Ha partecipato a numerosi Congressi Filosofici. Tra gli altri, con comunicazioni, alla prima e alla terza Conferenza internazionale jaspersiana (Montréal 1983, Mosca 1993) in connessione con Congressi mondiali di Filosofia.
Dopo alcune poesie giovanili la sua scrittura poetica riprende dal 1979 quando le parole sembrano nuovamente condensarsi in forme. Nel 2001 presso Genesi editrice, con Prefazione di Sandro Gros-Pietro, esce la raccolta Anemoni bianchi. Si apre una riflessione, presente anche nell’articolo Studi su passo (pas), limite, estetica, oltrepassamento (in “Annuario filosofico” 2001, ora anche in L’eredità di Kant) sul nesso possibile/impossibile fra una “scrittura altra” – un “altrove” che derridianamente si è già sempre tracciato in figure poetiche – e l’estetica della formatività di Pareyson, per il quale “l’opera è la persona dell’artista fattasi tutta oggetto materiale, fisico, esistente” sì che il suo modo di formare è “quell’unico che può aver chi vive, sente, pensa in quel modo”.
Nel 2007, sempre presso Genesi, pubblica la raccolta Arcani di-segni, nel 2013 Poesie per la mamma e nel 2019 Ad ogni ora. Nel 2015 pubblica l’antologia di poesie Anemoni bianchi e altro. Silvia Marzano collabora a Vernice e a Le Muse ed è presente in numerose antologie letterarie tra le quali Un secolo in un anno. Almanacco paredro, 2006, e Trent’anni dalla Genesi, 2010, a cura di Sandro Gros-Pietro; Storia della letteratura. Antologia internazionale a cura di Paolo Borruto, Reggio Calabria, voll. II-IV. Ha partecipato alla Rassegna Elogio della poesia, 2002, e Nostalgia dell’eterno, Torino, 2003.
Le mie poesie sono cenni, attimi, parole evanescenti nel senso del “passare”, di uno sfumarsi che r-invia a un “altrove”. Sono sí forme, “fare”, con termine greco poiesis, ma forme aperte perché in rapporto a un oltre. Anzitutto sono ascolto di ciò che ci sta alle spalle, in questo senso sono il contraccolpo dell’urto in un limite, in un paradosso. Ascolto di un Dire originario come tale inesprimibile se non come ritmo che per ciascuno è il suo, eco di una voce che viene dal silenzio. Ritmo, melodia, ri-sonanza.
In Arcani di-segni c’è il tempo infinito delle generazioni che si susseguono e il trasfigurarsi delle cose e dei contorni del mondo; in Anemoni bianchi l’eternizzazione dell’amore, il sogno che nasce dal cuore. L’interiorità non è intimismo irrazionalistico: è certo emozione ma in un nesso fra amore-natura-poesia, ricorda la scintilla animae dei mistici e, anche vichianamente, un terzo livello di conoscenza. In Poesie per la mamma la sonanza è un intenso soffrire per la perdita della madre, alla quale sono dedicate molte composizioni, e lo stupore religioso per un conforto che sembra venire dai Salmi e da una semplice e assorta contemplazione della natura.
Silvia Marzano
(da Anemoni bianchi)
L’acqua di tutto il mare
L‘acqua di tutto il mare
ho filtrato per rivere la luce
che ho colto nel tuo sguardo un mattino
fresco di rugiada
come il primo giorno del mondo.
Ma ora le mie mani soltanto,
sembrano avere i colori del sole.
(da Arcani di-segni)
Solo le cose, le luci
Tace l’umano.
Solo le cose, le luci
i suoni, le ombre
i fiori, la sera
e i molti prima
di noi, la memoria.
Ma il cuore palpita,
nascosto profondo
trasale, traspare
trascorre
nello sguardo intorno,
sorride,
complice s’illumina
ancora.
(da Poesie per la mamma)
Parlami ancora, poesia
Fiore di luna pallida
e di cieli assorti,
parlami tu,
poesia.
Ti ascolto.
Ascolto le onde
del vento
e scrivo dei tuoi colori,
del ritmo
che mi prende l’anima
e mi fa cantare.
Parlami ancora,
poesia.
Ti ascolto.
Canzone del cardo
Raccolsi per te un cardo,
un piccolo cardo lucente.
Un carso e una rosa ti donai,
una rosa e un cardo.
E tu sorridevi
anche al piccolo cardo
perché volevi le spine
solo per te.
Memoria
Nubi leggere
come anngeli in volo
velano l’azzurro.
Sfumano,
bianchi aironi
della memoria.
Benedici il Signore, anima mia
Benedici il Signore, anima mia
e canta un inno d’amore
perché la sofferenza è diventata luce
e il buio è diventato giorno.
Di nuovo rinasce la vita
e vedo il sorriso del mondo
in un mazzetto di fiori di campo.
Effetti di luna e di storia
C’era la luna piena
alta immobile
dietro una torre
nel castello sforzesco.
Intatta attraverso i secoli,
illuminava.
Aveva visto bagliori di armi,
intrighi, veleni,
amori.
Storia e natura
abbacinavano,
straniavano nel tempo
gli sguardi stupiti
del nuovo millennio.
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