Gianni Rescigno è nato nel 1937 a Roccapiemonte, in provincia di Salerno, e ha vissuto a Santa Maria di Castellabate fino alla sua morte, avvenuta il 13 maggio 2015.
Ha pubblicato: Credere (Gugnali, 1969); Questa elemosina (Todariana, 1972); Torri di silenzio (EdiNord, 1976); I salici-I vitigni (A. Lalli, 1983); Le ore dell’uomo (Forum, 1985); Tutto e niente (Genesi, 1987); Un passo lontano (Piovan, 1988); Il segno dell’uomo (Lorenzo, 1991); Angeli di luna (Genesi, 1994); Un altro viaggio (Bastogi, 1995); Le strade di settembre (idem 1997); Farfalla (idem 2000); Dove il sole brucia le vigne (Genesi, 2003); Lezioni d’amore (Lineacultura, 2003); Le foglie saranno parole (Manni, 2003); Io e la Signora del Tempo (Biblioteca S. Maria, 2004); Come la terra il mare (Guida, 2005); Dalle sorgenti della sera (Eldorado editrice, 2008); Gli occhi sul tempo (Manni, 2009); Anime fuggenti (Genesi, 2010); Cielo alla finestra (idem, 2011); Nessuno può restare (idem, 2013); Sulla bocca del vento, tradotto in francese da Jean Sarraméa e Paul Courget (Il Convivio, 2013); Un sogno che sosta (Genesi, 2014).
In prosa ha pubblicato il romanzo Storia di Nanni (Galzerano, 1981) e Il soldato Giovanni (Genesi, 2011).
Nel 2001 è uscito a Torino, per i tipi della Genesi Editrice, un saggio critico sulla sua trentennale attività poetica, dal titolo Gianni Rescigno: dall’essere all’infinito, a firma di Marina Caracciolo. Un altro saggio è stato scritto per lui da Luigi Pumpo, Gianni Rescigno: il tempo e la poesia, Ibiskos. Anche Franca Alaimo gli ha dedicato uno studio intitolato La polpa amorosa della poesia, Lepisma. È di Menotti Lerro La tela del poeta (amicizie epistolari di G. Rescigno), Genesi, 2010 e di Antonio Vitolo Il respiro dell’addio (la poesia dell’attesa e il rapporto madre-figlio in G. Rescigno), idem 2012. Nel 2010, Federica Iannucelli ha discusso la tesi di laurea Tra cielo e mare: l’amorevole carezza della poesia di G. Rescigno, all’Università Tor Vergata di Roma.
È redatto da Sandro Angelucci il saggio Di Rescigno il racconto infinito (Blu di Prussia, 214). Rescigno è incluso nell’opera di Giuseppe De Marco Per una carta poetica del Sud (Federico e Ardia, 1989) e nell’opera critica di Giuliano Manacorda En guisa d’eco i detti e le parole, Vol. II (Dell’Orso, 2006); è citato nell’opera di Giorgio Bárberi Squarotti Storia della civiltà letteraria italiana (UTET, Torino). È vincitore di moltissimi e prestigiosi Premi.
Nel 2014 l’Accademia Internazionale “Le Muse” di Firenze gli ha conferito il Premio Internazionale “Le Muse” per la poesia (tra gli altri premiati si citano: Quasimodo, Montale, Pound, Luzi, Turoldo, Parronchi, Spaziani, Sorescu, Zavoli, Evtusenko).
L’ultimo respiro
Tra veglia e sonno
consumi l’ultimo tempo
che ti è toccato.
Vai ai giorni di mare,
al fuoco che bruciava
barche all’orizzonte.
Tra veglia e sonno
non riconosci più le ore.
Ti è splendore la notte
oscurità l’arco del sole.
In questo costante perderti
non dimentichi il mio nome.
So che mi chiami
sempre negli stessi istanti,
perciò io ti rispondo da lontano,
e tu, che di me immagini la voce,
beata continui a smarrirti
nel passato quando a sera
si alzava dalle colline la luna
e il mattino era raggio
che improvvisamente ti destava.
Sole amico
Allora non avevo
orologio al polso e alle tempie
s’infiammava il sangue.
Grande amico m’era il sole
fino all’ultimo bagliore.
Se l’aria diventava parola di preghiera
sostavo a piedi nudi
sulla terra rivangata,
ascoltavo la campana:
sembrava antro di conchiglia
premuto all’orecchio dalle dita
che risucchiava ritornelli al mare.
Lemme lemme il sole
andava a coricarsi a Castellammare
così dicevano i figli dei signori
quelli che si denudavano il petto
per tingersi la pelle al canto di sirene.
Come i passeri in ritiro tra le foglie
mandavo l’ultimo saluto
all’enorme occhio di domani
che si trascinava dietro i girasoli.
Quando arriva la poesia
E quando sei soltanto anima
vagante nel silenzio
accompagnata da presente
passato e futuro con brividi
di gioia e di tristezza
ecco un’indistinta eco.
Qualcuno ti chiama.
Allora vedi ciò che nessuno vede
senti ciò che nessuno sente.
Ti agiti e ad occhi chiusi
cerchi un foglio una penna.
Sei in cielo in terra nel fuoco
sotto la pioggia nel vento
a cavallo di un’onda.
Capita così che piangono
ridono s’oscurano
s’illuminano le parole.
E se non t’affretti a catturarle
guizzano e volando
come scintille si spengono.
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